Autore: Eduardo Mendoza
Traduttore: Francesca Pe’
Casa editrice: DeA Planeta Libri
Genere: Storico
DeA Planeta – Amazon.it – Goodreads
Libro gentilmente fornito dalla casa editrice
«Un romanzo davvero grande» El Pais
«Una nuova Città dei prodigi, questa volta dedicata a Madrid» El cultural
Nella primavera del 1936, il critico d’arte inglese Anthony Whitelands arriva in treno nella convulsa Madrid sull’orlo della Guerra civile. Lo scopo del suo viaggio è verificare l’autenticità di un presunto Velázquez appartenente a un amico di José Antonio Primo de Rivera, figlio del generale già dittatore di Spagna. Un’opera il cui immenso valore potrebbe influenzare gli scenari politici in un momento tanto drammatico e cruciale della storia del Paese. Ma, distratto, fra l’altro, da problemi personali e dai turbolenti incontri amorosi con donne di diversa estrazione sociale, Whitelands non fa troppo caso ai “nemici” – poliziotti, politici, diplomatici, spie – che, tra baruffe, disordini e cospirazioni incrociate, sempre più numerosi gli stanno alle calcagna… Le tragedie della Storia e l’insostenibile leggerezza della commedia umana si mescolano in questo romanzo pessimista e ironico, ambizioso e godibilissimo sulla nascita del fascismo, il potere dell’arte, l’amore e l’avventura. Vincitore del prestigioso Premio Planeta 2010 e per la prima volta tradotto in Italia, Città sospesa attesta le straordinarie doti narrative di un protagonista assoluto della letteratura spagnola.
Sull’autore
Eduardo Mendoza è nato a Barcellona nel 1943. Ha esordito nel 1975 con il romanzo La verità sul caso Savolta (Feltrinelli), affermandosi da subito come uno dei più apprezzati scrittori della sua generazione. Ha pubblicato oltre venti libri, prevalentemente di narrativa, tra i quali Nessuna notizia di Gurb (1990, Feltrinelli) e Riña de gatos. Madrid 1936 (Premio Planeta nel 2010) in corso di pubblicazione per DeA Planeta. Ha ricevuto, tra gli altri, il Premio Liber, il Premio Franz Kafka e, nel 2016, il Premio Cervantes.
RECENSIONE
Anche in Italia i fascisti mangiavano i bambini in un boccone, e ora Mussolini va a braccetto con il re e con il papa. La rivoluzione bolscevica, quella che viene dal basso, è irreversibile; invece quella che viene dall’alto è pura retorica, perché non si nutre della lotta di classe né la fomenta.
TRAMA & PERSONAGGI
Alle soglie di uno degli eventi che più sconvolse la storia di Spagna Anthony Whitelands, critico d’arte inglese e grande esperto di Velázquez, giunge in una tumultuosa Madrid. La sua missione non è semplice: valutare dei quadri per un ricco duca spagnolo e così permettere, contro la legge, che essi siano venduti all’estero. Il rischio è alto, ma l’uomo lo accetta per sconvolgere la monotonia di un’esistenza piatta e approfittare di visitare per qualche giorno la sua città preferita. Di certo, Anthony non si aspetta di essere coinvolto in intrighi di potere più grandi di lui e soprattutto di innamorarsi di una donna il cui cuore appartiene a José Antonio Primo de Rivera, capo della Falange spagnola. Così tra situazioni tragicomiche, minacce, spie e pedinamenti della polizia, dovrà scegliere tra la fama e l’amore, scoprendo sempre di più il mistero di un paese che sta cambiando sotto i suoi occhi.
“Città sospesa” ha il grande pregio di farci capire come la storia, anche quella sui libri, sia strettamente connessa alla nostra vita quotidiana. Noi facciamo la storia con le nostre piccole e grandi scelte, plasmando il futuro nel bene o nel male. E inoltre è un inno all’arte e a come sia non solo strettamente connessa al periodo storico a cui appartiene ma anche a come sia trascendentale e oltre ogni epoca. La realtà di Velázquez del 1600 rivive in quella di Whitelands, che si fa analizza il mondo come farebbe con un’opera d’arte.
Anthony Whitelands, il protagonista a suo malgrado della storia, mi è sembrato una figura quasi da farsa. Ingenuo quando si tratta di guardarsi attorno, geniale quando si parla del suo lavoro. Disinteressato alla politica, si ritrova invischiato in quello che fu l’anno che più di ogni altri cambiò politicamente e non solo la Spagna. Essendo inglese con lui abbiamo un occhio esterno e apparentemente lontano dalle vicende, ma in realtà il giudizio critico nei confronti delle rivolte popolari è netto. Nonostante non l’abbia amato come personaggio ho capito subito che era quello giusto per mostrarci una fetta della società e al tempo stesso condannare tutto ciò che avvenne nel 1936 in Spagna.
Come in ogni spy story che si rispetti, all’infuori del buon Whitelands, tutti i personaggi sono misteriosi e pieni di sorprese. Alcuni lo sono per necessità, altri nascondono segreti importanti, che potrebbero cambiare il corso della Guerra Civile. E nel mucchio c’è anche un personaggio storico di tutto rispetto, José Antonio Primo de Rivera, figlio del generale che era stato dittatore di Spagna. Il marchese di Estrella, così si faceva chiamare, è molto ben caratterizzato: intellettuale conservatore profondamente ispirato da Mussolini, di cui sembra essere quasi un sosia. Eduardo Mendoza riesce ad intessere bene realtà e finzione tanto che persino gli avvenimenti in cui è coinvolto rispecchiano in buona parte la realtà storica.
WORLD BUILDING
La Madrid del 1936 è lì viva impressa sulla pagina. Mi è capitato, per studio e piacere, di leggere altri romanzi che parlano di quel periodo e non ho fatto fatica a ritrovare la realtà storica che avevo conosciuto. C’è la povertà, ci sono le sparatorie e c’è l’aristocrazia coinvolta nei nuovi cambi di potere. E infatti, oltre a scoprire la città e i suoi abitanti, scopriamo molto di politica.
Il libro è molto politico, sarebbe inutile non ammetterlo. La politica fa parte della nostra vita da sempre e trovo che sia interessante far arrivare questo libro che parla del nostro passato tra nazionalismi, populismi, democrazia e monarchia, proprio in questo nostro presente molto incerto. Ho visto nella scelta anche l’idea di far riflettere ancor di più le persone e aprire gli occhi davanti a ciò che abbiamo già visto in passato.
La cosa che, però, mi è piaciuta di più dell’ambientazione è la grande parte dedicata all’arte. Le riflessioni e le discussioni su Velázquez e sui suoi quadri sono davvero educativi senza essere noiosi o spezzare troppo l’attenzione. D’altronde i suoi quadri al Prado e fuori, come ho già detto, sono fonte di interrogativi e risposte che Whitelands si fa.
Probabilmente per un esperto d’arte saranno poca cosa, ma per chi ama l’arte e la cultura spagnola e vorrebbe conoscerne di più anche leggendo un libro di narrativa.
RIEPILOGANDO…
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VOTO:
Leggete anche le altre tappe del Blog Tour, per scoprirne di più su Città Sospesa e sulla Spagna del tempo!