Weekly Dystopia #7: “The Dispossessed” by Ursula K. Le Guin

“Weekly Dystopia” nasce come
continuazione dei miei “Dystopia Masterpost” (#1 e #2). In questa rubrica parlerò di serie e stand-alone, più o meno conosciuti e raccoglierò informazioni sui libri e sulle eventuali pubblicazioni in Italia.

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Ed ecco che ritorna! Nelle ultime settimane ogni weekend è stato frenetico e non sono riuscita a postare un nuovo WD, ma avevo da tempo il libro in mente.

Oggi vi parlo di un libro molto premiato, un classico del genere utopico, che però nasconde in sé la distopia. Questo romanzo fa parte di una serie, il Ciclo dell’Ecumene (in originale: The Hainish Cycle), ma può essere letto da solo, come vero stand-alone.

I tre indizi sono: Guerra Fredda, fisica e utopia. Di che stiamo parlando?

“I reietti dell’altro pianeta”
(originale: “The Dispossessed: an ambiguos utopia)”Autore: Ursula K. Le Guin

Disponibile in italiano, inglese.

Generi: Utopia, Fantascienza.


“C’era un muro… Come ogni altro muro, anch’esso era ambiguo, bifronte. Quel che stava al suo interno e quel che stava al suo esterno dipendevano dal lato da cui lo si osservava.”

Sui dei fronti del muro, due pianeti gemelli, Urras e Anarres, illuminati da uno stesso sole ma divisi da una barriera ideologica antica di secoli. Urras è fittamente popolato, tecnologicamente avanzato, ricco, florido, retto da un’economia liberista. Da qui sono partiti nella notte dei tempi i seguaci di Odo che hanno colonizzato l’arido Anarres, fondandovi una comunità anarchico-collettivista che non conosce concetti come proprietà, governo, autorità. In questa società apparentemente perfetta nasce Shevek, genio della fisica alle prese con un’innovativa teoria del tempo, un vero “cittadino del cosmo” che dedicherà la vita ad abbattere il muro che separa da sempre i pianeti gemelli. Un’ambigua utopia, come recita il sottotitolo originale del romanzo, “I reietti dell’altro pianeta” è una narrazione che, fingendo di parlare del futuro, racconta il mondo di oggi.

THE HAINISH CYCLE

 

Qualcuno riconoscerà subito il titolo e la copertina come uno dei miei ultimi acquisti cartacei.

Conoscevo Ursula K. Le Guin da tempo per via del suo Ciclo di Earthsea, una serie fantasy che merita davvero per chi ama il genere, però non avevo mai letto nessun racconto fantascientifico prima dell’anno scorso. Grazie al corso di letteratura angloamericana e alla mia tesi, che in parte la riguarda, ho iniziato a leggere tutte le sue opere più famose.

“I reietti dell’altro pianeta”, scritto nel 1974, racchiude in sé molte tematiche tipiche di quel periodo. Ci sono due pianeti contrapposti, in cui è facile riconoscere USA e URSS durante la Guerra Fredda,
ma anche l’utopia di un mondo perfetto senza disuguaglianze che si scontra contro la dura verità.
Al centro la figura di questo genio della fisica Shevek che vuole abbattere i muri tra i due pianeti per una pace duratura. Un obiettivo forse troppo ambizioso? Lo vedremo!

Curiosità

  • Questo romanzo ha vinto numerosi premi: il Nebula Award come miglior romanzo, l’Hugo e il Locus. Tre tra i maggiori riconoscimenti della letteratura fantascientifica.
  • Nel 1987 è stato trasformato in una serie radiofonica da 30 minuti per la CBC.
  • Il titolo potrebbe fare riferimento ad un’opera di Dostoevsky, tradotta in inglese come “The Possessed”, ma sul piano ideologico la stessa Le Guin ha affermato di essersi ispirata a lavori sull’anarchismo.
  • Per realizzare un mondo utopico, gli abitanti di Anarres parlano una lingua creata ad hoc dall’autrice del libro, il pravico, che garantisce l’uguaglianza della popolazione. In questa lingua artificiale non esistono, per esempio, gli aggettivi possessivi, perché tutto è di tutti.

Che ne dite? Lo leggerete?

Aspettando i vostri commenti, e ci vediamo la settimana prossima con un altro Weekly Dystopia.

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