Ciao ragazzi! Come potete capire dal titolo oggi è il mio turno nel Blog Tour de “La moglie del Califfo” di Renée Ahdieh, reso possibile grazie alla dolcissima Susi di Bookish Advisor che ci ha riunite per parlare di un romanzo fantastico. Mi sono lanciata subito in questo progetto, mettendo il mio ‘zampino’ sulla grafica, che riprende la copertina, già molto bella, dell’originale. Vi avevo parlato anche prima dell’uscita di “The Wrath and the Dawn” in inglese e sono felicissima che già da questo 4 febbraio possiamo leggere insieme questa piccola perla d’oriente grazie a Newton Compton Editori.
(in originale “The Wrath and The Dawn”)
Autore: Renée Ahdieh
Disponibile in italiano e inglese.
Genere: YA, Historical Fantasy, Romance.
“Al calar del sole sul regno di Khalid, spietato califfo diciottenne del Khorasan, la morte fa visita a una famiglia della zona.
Ogni notte, infatti, il giovane tiranno si unisce in matrimonio con una ragazza del luogo e poi la fa uccidere dopo aver consumato le nozze, prima che arrivi il nuovo giorno. Ecco perché tutti restano sorpresi quando la sedicenne Shahrzad si offre volontaria per andare in sposa a Khalid. In realtà, ha un astuto piano per spezzare quest’angosciosa catena di terrore, restando in vita e vendicando la morte della sua migliore amica e di tante altre fanciulle sacrificate ai capricci del califfo. La sua intelligenza e forza di volontà la porteranno a superare la notte, ma pian piano anche lei cadrà in trappola: finirà per innamorarsi proprio di Khalid, che in realtà è molto diverso da come appare ai suoi sudditi. E Shahrzad scoprirà anche che la tragica sorte delle ragazze non è stata voluta dal principe. Per lei ora è fondamentale svelare la vera ragione del loro assurdo sacrificio per interrompere una volta per tutte questo ciclo che sembra inarrestabile.”
L’approfondimento
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Se non siete molto portati per le lingue, tranquilli, quella persiana si svelerà a voi grazie all’utilissimo glossario alla fine del libro.
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Però, forse la parte più importante di tutto il romanzo, a detta della stessa autrice, è il cibo. Vi sembrerà strano, ma è proprio così che si è sviluppato questo mondo. D’altronde non siamo ciò che mangiamo? I piatti che cuciniamo sono una parte importante del nostro mondo, senza la quale non saremmo davvero noi, e fanno parte della nostra cultura perché tramandano le nostre tradizioni più antiche.
“Sapevo, quando ho iniziato a scrivere un libro basato su una cultura non-occidentale, che volevo davvero far brillare la cucina. E in questo piccolo modo, speravo di colmare eventuali divisioni che potessero far sentire i lettori lontani da una cultura che potesse risultare straniera o ‘esotica’. Se un lettore è in grado di vedersi mentre divide lo stesso cibo di un personaggio principale, allora la storia può diventare molto più facilmente vicina a lui, tanto da immedesimarsi. Alcune delle mie letture preferite, quando ero una bambina, contenevano descrizioni lussureggianti del cibo. In particolare mi ricordo la serie Redwall di Brian Jacques. Ad oggi, posso leggere le descrizioni del cibo e sentirmi immediatamente trasportata in un altro mondo… oltre ad essere immediatamente affamata! Voglio dire, chi non vorrebbe un piatto di minestra hotroot (presente nel libro di Jacques e tipica della Louisiana) e castagne candite?
Per fare giustizia alla cucina, mi sono rivolta alla mia suocera persiana e ad alcuni dei miei più cari amici. Il mondo de “La moglie del Califfo” si basa sull’antica Persia, con alcuni tocchi del Califfato Abbaside e dell’Hindustan gettati nel mix. Mia suocera con pazienza mi ha insegnato come fare il riso alla persiana – anche se avrei potuto dar fuoco alla cucina la prima volta! – e tutti i meravigliosi stufati e le sorprendenti marinate che hanno reso alla cucina persiana la fama mondiale nel corso degli anni. La parte migliore di imparare a cucinare queste cose (oltre che arrivare a mangiarli!) erano le storie che si accompagnavano ad essi. I racconti di come questo piatto particolare è diventato così, o anche il modo in cui mia suocera l’ha attentamente migliorato nel corso degli anni. Queste sono le cose che non si possono necessariamente imparare leggendo un libro, e io sarò per sempre grata di queste esperienze. […] È stato importante per me essere il più autentica possibile, pur essendo ugualmente accessibile. Così ho preso questi ‘tormenti’ particolari per rendere il cibo nel libro un grande aspetto del World Building.
Onestamente uno dei migliori complimenti che ho ricevuto su “La moglie del Califfo” – a parte quello di alcune persone che mi hanno raccontato di esser rimasti svegli tutta la notte per leggerlo! – è che volevano tutto il cibo di cui parlavo. E se fosse per me, staremmo tutti condividendo un grande piatto di burroso riso allo zafferano e del kebab bollente!“
Non so voi, ma credo di aver tanta fame dopo questa tappa!
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E non dimenticate di seguire l’ultima tappa, nel blog di Franci!