Titolo: A Thousand Beginnings and Endings
A cura di Ellen Oh e Elsie Chapman
Lingua: Inglese
English Level: Intermediate (in alcuni casi Advanced)
Genere: Retelling
Goodreads – Amazon
Star-crossed lovers, meddling immortals, feigned identities, battles of wits, and dire warnings. These are the stuff of fairy tale, myth, and folklore that have drawn us in for centuries.
Fifteen bestselling and acclaimed authors reimagine the folklore and mythology of East and South Asia in short stories that are by turns enchanting, heartbreaking, romantic, and passionate.
Compiled by We Need Diverse Books’s Ellen Oh and Elsie Chapman, the authors included in this exquisite collection are: Renee Ahdieh, Sona Charaipotra, Preeti Chhibber, Roshani Chokshi, Aliette de Bodard, Melissa de la Cruz, Julie Kagawa, Rahul Kanakia, Lori M. Lee, E. C. Myers, Cindy Pon, Aisha Saeed, Shveta Thakrar, and Alyssa Wong.
A mountain loses her heart. Two sisters transform into birds to escape captivity. A young man learns the true meaning of sacrifice. A young woman takes up her mother’s mantle and leads the dead to their final resting place. From fantasy to science fiction to contemporary, from romance to tales of revenge, these stories will beguile readers from start to finish.
RECENSIONE
Stravolgo per una volta il solito schema delle recensioni perché in questo caso sarebbe difficile spiegarvi così tutti e 15 i racconti. Sì, sono ben 15 gli autori più o meno famosi che hanno deciso di rielaborare miti, leggende e folklore orientale in un modo nuovo per il grande pubblico. L’idea di partenza è stata quella che mi ha convinto più degli autori ad iniziare la lettura. D’altronde sono sempre stata affascinata dal mondo orientale, ma lo conosco davvero poco. C’è sempre modo di imparare da un retelling anche per comprendere più a fondo la cultura di popoli così lontani da me.
Non sapevo cosa aspettarmi e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. Ci sono di certo retelling meno interessanti o altri che sono dei piccoli capolavori, e al tempo stesso neanche tutti gli autori che mi aspettavo avrebbero brillato lo fanno davvero, ma la lettura è stata piacevole. Ogni racconto è accompagnato da un breve testo di spiegazione della storia dietro la trama e dell’impatto che la storia ha avuto sull’autore di turno. Quindi si legge il testo e poi si comprende meglio ciò che si è letto. All’inizio ero convinta di volerlo leggere al contrario – prima spiegazione e poi testo – ma in effetti verso la fine ha senso l’ordine delle due cose.
Ora dato che si tratta di racconti molto diversi tra loro, dedicherò un piccolo spazio ai singoli racconti e ai vari autori con tanto di voto singolo. Non mi dilungherò troppo perché non voglio anticiparvi troppe cose.
Forbidden Fruit di Roshani Chokshi [4⭐️]
Her heart was safe.
It was an ill-fated thing to claim that a heart is safe. Hearts are rebellious. The moment they feel trapped, they will strain against their bindings.
Il primo racconto è quello di Roshani Chokshi, autrice tra le altre cose di “The Star-Touched Queen”. Diciamo che, a differenza di altri, la Chokshi fa il suo compito e porta a casa un racconto molto fedele alla leggenda popolare filippina che fa da tema, scegliendo per sé una variante ben specifica. Maria Makiling è lo spirito personificato della montagna Makiling, una vera dea, che un giorno si innamora di un essere umano. Mi è piaciuta anche la poesia e lo stile della autrice che non conoscevo ancora.
Olivia’s Table di Alyssa Wong [4.5⭐️]
“Can’t they see the ghosts all the time?” she asked.
“Not like you and I can. The festival is when ghosts are most themselves instead of what the living want them to be. Not everyone will like what they see tonight.”
La rielaborazione del Hungry Ghost Festival – letteralmente il festival dei fantasmi affamati – scritta da Alyssa Wong è stato forse uno dei miei racconti preferiti della raccolta. L’autrice gioca sapientemente sul folklore cinese e sulla festa che si tiene durante la fine dell’estate per creare un racconto molto urban fantasy con fantasmi e una realtà simile alla nostra. Bello anche come la storia della protagonista, Olivia, sensitiva e addetta al banchetto per i morti, si intrecci a quella di un fantasma, Mei Ling. Un racconto completo che va oltre una tradizione davvero particolare che sembra diventare parte della comunità cinese-americana.
Steel skin di Lori M. Lee [4⭐️]
“The brain is just a highly complex circuit of electrical impulses, so it stands to reason that it can be artificially manufactured. Scientists have been trying to understand this process for decades. What. Makes. Emotion?”
Si entra nel campo della fantascienza con il racconto successivo di Lori M. Lee, autrice tra l’altro di una serie fantasy con viaggi nel tempo “Gates of Thread and Stones“. Per la sua storia prende ispirazione da una fiaba Hmong – gruppo etnico asiatico – che si chiama “La donna e la tigre”. La trama del racconto parla di questa giovane ragazza la cui relazione col padre è andata deteriorandosi dalla morte della madre avvenuta durante la ribellione degli androidi, soprattutto perché crede che lui sia stato sostituito da uno di loro. Mi è piaciuto molto il modo di reinterpretare la fiaba e soprattutto il finale a sorpresa.
Still Star-crossed di Sona Charaipotra [2.5⭐️]
“You don’t know how to choose until you’re right there, on the precipice, giving you’re your everything for something that may be real or may be a shadow, a ghost you’re chasing.”
Credo che questo sia uno dei racconti che mi è piaciuto di meno. Ho fatto una fatica immane a leggerlo, vuoi per i termini indiani vuoi perché la storia non è granché, nonostante sia basato su una bellissima fiaba Punjabi. La protagonista è una giovane che lotta per avere più libertà dai genitori indiani e va ad una festa dove incontra uno sconosciuto che giura di conoscerla. Di fatto è una continuazione della storia di Mirza e Sahiba, questi i protagonisti della fiaba, in chiave moderna. Per me è un NO, si poteva far di meglio sia come retelling che con i personaggi che l’autrice aveva a disposizione.
The Counting of Vermillion Beads di Aliette De Bodard [4.5⭐️]
But nothing gets through the wall. Not leaves, not birds, not girls—not the sister of her heart, the one who’s always had enough fire for both of them, dragging her into scrapes and trouble as if there were no other way to live.
Il racconto di Aliette De Bodard è forse uno dei miei preferiti. Ha un che di fiaba, poesia e persino un pizzico di distopia. La fiaba vietnamita, Tâ´M Cám, da cui prende ispirazione ha un esito completamente diverso, ma la rielaborazione è davvero ben fatta. Le protagoniste del racconto sono due sorelle chiuse dentro il palazzo dell’Imperatore e tenute come contabili. Entrambe vogliono disperatamente tornare a casa dalle loro famiglie ma un alto e invalicabile muro non permette loro di fuggire. Una delle sorelle riesce a trovare una soluzione magica, ma la magia ha un caro prezzo.
Sull’autrice aggiungo che è un premio Nebula, per me sinonimo di qualità, e che è anche stata tradotta in italiano. Ho personalmente aggiunto alla mia lista di libri da leggere il suo fantasy “The House of Shattered Wings“.
The Land of the Morning Calm di E. C. Myers [4⭐️]
I don’t believe in ghosts in the real world, but that’s the joy of the Three Kingdoms. It’s a fantasy world where animals can turn into people, people can become gods, and basically anything can happen.
Altro bel racconto, stavolta ambientato in una realtà simile alla nostra. La protagonista perde la madre durante una convention e, quando il nonno sogna il suo fantasma, ritorna a giocare al gioco di ruolo online dove i suoi si erano conosciuti e che entrambi amavano tanto. C’è un bel plot twist che vi aspetta e si parla molto di dolore e perdita. L’autore, E. C. Myers, si ispira stavolta all’epica coreana e in particolare al Chasa Bonpuri, un racconto epico. Una rivisitazione davvero particolare.
The Smile di Alisha Saeed [4⭐️]
Belonging meant he could place me wherever he liked, whether in his bed or in this dank tower. Belonging is not love. It never was.
Non sono sicura che sia tra i più brevi, ma mi ha dato la sensazione di finire troppo presto. Tuttavia il racconto della Saeed ha quell’aria orientale e quello stile che mi ha catturato. La protagonista è una giovane danzatrice che è stata rapita e portata a palazzo da un principe, innamorato della sua danza e del suo sorriso.
Alla base del racconto c’è una legenda dell’Asia del sud, la storia di Anarkali. L’autrice tra l’altro ha scritto un contemporaneo molto carino, Written in the Stars.
Girls Who Twirl and Other Dangers di Preeti Chhibber [2.5⭐️]
Let the gods have their battles of good and evil. We were here to dance.
Questo altro racconto spiccatamente di stampo indiano, simile a Still-Star Crossed, mi è piaciuto poco. Sarà che stavolta anche la base da cui prendeva ispirazione – il festival indù Navratri – era scarsa e mal interpretata. Di fatto a parte danzare e cercare di vendicare un torto subito i protagonisti non fanno molto. Una noia davvero.
Nothing into all di Renée Ahdieh [3.5⭐️]
But in truth the brother and sister were searching for something else entirely. Something they’d sworn to keep secret. Something they’d caught sight of only once, eight years ago: Goblins.
Spear Carrier di Rahul Kanakia [3.5⭐️]
During my first day I was in shock. A many-armed demon-thing brought me to this huge field that was full of millions of people and alien creatures and tents and structures.
Code of honor di Melissa De La Cruz [3.5⭐️]
I almost murdered a girl yesterday.
Literally.
Bullet, Butterfly di Elsie Chapman [4.5⭐️]
The commanders keep telling us we’re so close to finishing the way, that it’s almost the end—but whose end?
Daughter of the Sun di Shveta Thakrar [3⭐️]
She sang for her parents, for the hue-switching heavens, for herself. She read fairy tales, epics, and legends and imagined performing them on a stage draped in velvet. But it wasn’t enough. She longed for a friend.
The Crimson Cloak di Cindy Pon [4.5⭐️]
All the storytellers get it wrong.
Despite how the legend goes, the truth of the matter is, Dear Reader, I saw him first.
Questa leggenda cinese, dal nome Lo stalliere e la tessitrice, mi ha conquistata. Forse la Pon, autrice anche di “Want“, ha fatto meno lavoro di altri reinventando la storia ma mi sono appassionata ed era davvero godibile la sua scrittura. La tessitrice è una dea che tesse i colori del cielo con il suo mantello cremisi. Un giorno si avvicina ad un lago dove un bovaro si reca spesso. Fa lei la prima mossa per conoscerlo ed iniziare così la loro storia d’amore. Nella versione originale è il ragazzo a rubarle il mantello e ad imprigionarla. Molto molto carino.
Eyes Like Candlelight di Julie Kagawa [4.5⭐️]
Takeo never saw the fox again. But sometimes, on warm evenings when he was outside, he could almost imagine he was being watched.
Ammetto di non aver ancora letto nulla della Kagawa ma mi è venuta una gran voglia dopo questo racconto. Di fatto chiude lei reinterpretando il mito giapponese di Kitsune, una creatura che può prendere le sembianze di una volpe. In realtà il protagonista è un agricoltore Takeo che un giorno si ritrova ad aver bisogno della creatura per risolvere un problema con il raccolto. Ben fatto, Kagawa!
RIEPILOGANDO…
PRO
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CONTRO
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