Online Arkane è stato definito un Game of Thrones d’Oltralpe e sono d’accordo con questa definizione, ma c’è molto da dire su questo romanzo. Siete pronti a leggere la mia opinione?
Titolo: Arkane. 1 – La Desolazione
Autore: Pierre Bordage
Traduttore: Stefano Cresti
Lingua: Italiano
Genere: Fantasy
Casa Editrice: La Corte Editore
Goodreads – Amazon
Rating Violenza: Alto, se non siete abituati e non vi piace leggere di violenza e incesto, questo libro non fa per voi.
Arkane è una città-labirinto controllata da sette potenti casate che, dai piani più alti, regnano incontrastate tra lussuria e corruzione, non avendo remore a ricorrere a omicidi, avvelenamenti e magia nera. Ma quando viene organizzato un complotto per distruggere e sterminare tutto il suo clan, Oziel, la figlia della Casata del Drago è costretta a fuggire dalle zone più alte della città per raggiungere i livelli più bassi. L’unica soluzione, infatti, per proteggere Arkane dai terribili pericoli che sta correndo è quella di trovare suo fratello, già condannato in passato, per sollevare con lui un esercito insieme ai detenuti della terribile prigione che si trova nelle profondità della città. Per addentrarsi nei sempre più minacciosi livelli inferiori, Oziel dovrà compiere un grande sacrificio. Nel frattempo, da alcune terre lontane Renn, un apprendista incantatore di pietre e Orik, un possente guerriero, stanno cercando di raggiungere Arkane, per avvertire gli abitanti dell’imminente attacco che stanno per subire, da una spaventosa armata che arriva da lontano per portare il caos.
RECENSIONE
“Il custode della parola ha pensato… Noi tutti abbiamo pensato che l’ingiustizia fatta ad uno avrebbe permesso di salvare tutti gli altri. Abbiamo riflettutto in termini di strategia, e questa ci è sembrata la migliore. Un errore, ancora una volta: non si può commettere un’ingiustizia, neppure minima, per impedire una catastrofe. Al contrario l’ingiustizia nutre la catastrofe, come i ruscelli i fiumi.”
TRAMA & PERSONAGGI
Nella città-labirinto di Arkane le sette casate regnano incontrastate, usando il loro potere non per la popolazione ma per accrescere la loro ricchezza e vivere nella lussuria. Dall’alto della città, nel luogo dove sono stati posti dalle dee, osservano la popolazione morire di fame.
La giovane Oziel della casata del Drago non conosce i livelli più bassi della città di Arkane, ma deve raggiungerli se vuole sopravvivere allo sterminio della sua famiglia, ordinato dalle altre casate. La sua missione è ritrovare il fratello cacciato via tempo prima e vendicarsi di ciò che hanno fatto le altre casate alla sua famiglia. Ma non è semplice muoversi dentro la città di Arkane e presto avrà bisogno di alleati su cui contare.
Nel mentre anche Noy, quinto figlio della casata del Corridano, si trova a dover prendere decisioni che cambieranno la sua vita. Il suo interesse per la casata del Drago e le varie macchinazioni della sua famiglia lo porteranno a creare un’alleanza con la casata dell’Orbal. Scalerà le vette del potere o rimarrà una pedina nelle mani degli altri?
Infine, lontano dalla città il pericolo incombe. Un giovane apprendista incantatore, Renn, rimane solo dopo la morte del suo maestro, ma viene presto trovato da Orik, un guerriero che porta un messaggio molto importante: una armata si dirige verso Arkane. Riusciranno ad avvertire la città in tempo?
Come potete ben capire dal breve riassunto della trama, “Arkane” di Pierre Bordage è un romanzo che ricorda davvero tanto la saga di G.R.R. Martin: troverete la lotta per il potere, tante casate, numerosi personaggi, vari punti di vista, profezie, violenza, incesto, battaglie e persino magia nera. Un high fantasy così complesso richiede estrema attenzione sia nella lettura che nel comprendere tutti i meccanismi che si stanno muovendo all’unisono. Se, per certi versi, Pierre Bordage fallisce nel suo compito di essere un buon narratore, si dimostra, invece, un vero maestro nella creazione del world building. Ogni singolo elemento dell’ambientazione sembra far parte di un enorme meccanismo. E credo che questo sia il vero punto di forza del romanzo: narrare un mondo complesso come quello di Arkane facendo attenzione ad ogni dettaglio.
Certo, non sono tutte rose e fiori, personalmente non ho trovato interessante la scelta dei punti di vista multipli. Se quello di Oziel e di Renn tutto sommato sono funzionali alla trama e hanno i loro motivi di interesse, quello di Noy, ad esempio, molto spesso sembrava buttato lì senza ragione. Non saprei se dare la colpa al personaggio in sè o alle vicende che lo coinvolgono, ma i suoi capitoli per me sono davvero meno interessanti rispetto agli altri.
Altra cosa che mi ha lasciata perplessa sono i protagonisti. Nessuno mi ha davvero colpito. Oziel è una giovane piena di forza e pronta a far di tutto per combattere l’ingiustizia della sua famiglia, ma manca essenzialmente di empatia e a volte di furbizia. Renn ha passato due anni con il suo maestro ma ancora non ha capito le vere basi della magia. Probabilmente non è neanche colpa sua, ma un po’ quell’aria da ragazzino immaturo gli viene cucita addosso e non se ne va via. Noy, invece, non mi ha davvero trasmesso nulla e a tratti mi irritava di più di uno dei cattivi in giro per il libro.
Tralasciando i personaggi, la trama è interessante, ci sono anche colpi di scena che non avrei immaginato. Ho trovato più coinvolgente la storia di Oziel: la vendetta, la decisione di fare qualcosa di folle per sopravvivere. Non so, me la sono immaginata un po’ come una Arya Stark agli albori. Totalmente diversa è, invece, la storia di Renn che ricorda più quella dei romanzi classici fantasy con il giovane protagonista e l’aiutante guerriero, o talvolta mago.
Per colpa dell’alternanaza dei POV si salta spesso da una ambientazione all’altra e sembra quasi di leggere due romanzi diversi. Cosa che ho trovato straniante e non sempre vincente.
WORLD BUILDING
Il grande punto di forza del romanzo è proprio il world building. L’ambientazione è ben curata sin dai primi capitoli e non si fa fatica ad immergersi in questo mondo immaginario fatto di violenza, potere e magia. Scopriamo la storia di Arkane attraverso le citazioni di inizio capitolo, molto spesso anche abbastanza lunghe. Così veniamo a sapere delle fantomatiche dee che hanno salvato i fondatori delle casate grazie a diversi animali, che poi hanno dato il nome alle varie famiglie. Conosciamo anche proverbi e canzoni. E tutti questi elementi insieme trasmettono l’immagine di un mondo ben pensato e studiato.
Anche se la creazione del world building è magistrale, il suo uso rende la lettura abbastanza lenta. Soprattutto all’inizio veniamo bombardati da tantissime informazioni. Premetto che a me la cosa non è dispiaciuta troppo, perché mi piace vedere come un autore affronta la creazione di un mondo fantasy, ma posso capire perché molti potrebbero trovare il libro difficile da seguire, quasi noioso. Così come per tutti gli high fantasy, bisogna star parecchio concentrati sulla lettura e appuntarsi di tanto in tanto qualcosa, giusto per non dimenticarsi nomi e relazioni tra i personaggi.
IL FINALE
Sempre tornando alla trama, la sensazione a fine lettura è stata più quella di aver letto una sorta di enorme prequel piuttosto che aver completato davvero un arco della narrazione con la fine del primo volume di una serie. L’autore sceglie di conservare per la parte finale una battaglia e le rivelazioni più sconvolgenti, ma in realtà non mi è sembrato di aver seguito un cammino grazie alla trama. Ho chiuso il libro leggermente insoddisfatta: il finale arriva netto e non ho provato un vero coinvolgimento che mi spinge a desiderare già il secondo libro (non ancora tradotto, ma già uscito in Francia). Rimangono tante questioni in sospeso, sono sicura ci sia ancora altro che Pierre Bordage vuole raccontarci nel secondo volume, ma mi aspettavo qualcosa in più da questo finale, e in generale dalla narrazione complessiva del libro.
RIEPILOGANDO…
PRO
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CONTRO
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